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5 Piatti tipici (perdavvero!) del Val Di Noto


Il Val di Noto non vanta solo il primato di area geografica con più siti insigniti dall’UNESCO del titolo Patrimonio dell’Umanità, ma è anche conosciuto ed amato per le secolari tradizioni culinarie. Chi visita il Val di Noto si innamora due volte. La prima: ogni qualvolta visita una città, un monumento o un museo. La seconda: quando si avvicina al modo di cucinare di questa parte di Sicilia, assaporando odori e sapori rimasti immutati.

Non pensate al celebre cannolo alla ricotta, alla cassata siciliana o alla pasta al forno o alla parmigiana, qui parliamo di piatti che sono stati inventati in Val di Noto e che ancora oggi vengono preparati solo lì. Quali sono? Ecco la nostra top 5!

1. Cubbaita o giuggiulena: La parola cubbaita deriva dall’arabo e significa "mandorlato". In Sicilia orientale, la cubbaita è chiamata anche giuggiulèna, termine con il quale si fa riferimento ai semi di sesamo. È, appunto, un croccante siciliano fatto di miele, zucchero, mandorle intere e di sesamo il quale ha una forma di rombo o di rettangolo come la petrafennulla. La cubbaita è consumata soprattutto dopo i pasti del periodo natalizio. Il segreto per goderne al meglio è lasciarla sciogliere pazientemente in bocca.

2. Teste di Turco: È un dolce tipicamente sciclitano dalla storia inquietante. Si racconta che nel marzo del 1091 una notte si stesse combattendo una battaglia cruciale tra Normanni e Saraceni a Donnalucata, ossia la borgata sciclitana che dà sul mare. I cristiani stavano perdendo e neppure Conte Ruggero sembrava poter fermare le avanzate infedeli, ma all’improvviso su un cavallo bianco apparse la Madonna, vestita con un corsetto rosso ed un manto celeste con in testa una corona d’oro ed in mano una spada che scese in battaglia ucccidendo tantissimi saraceni, le cui teste riempivano Donnalucata. La testa di turco è il dolce inventato proprio per ricordare la battaglia ed il miracolo cristiano. È un enorme bignè ripieno di crema e ricotta vaccina dolce farcito con scaglie di cioccolato fondente e granella di mandorle e pistacchi. La forma scelta rappresenterebbe un turbante. Si consuma dopo la fine della rievocazione teatrale autunnale.

3. Cuddureddi: Dolce tipico del periodo di natale, le cuddureddi prendono il nome da un termine greco che significa "corona". Sono, infatti, dolci fritti aromatizzati con arancia e cannella dalla forma anulare molto elaborata che si realizza con l’uso di un attrezzo specifico ossia il "pettine". Sono state inventate a Delia durante i Vespri Siciliani del 1282-1302 come omaggio alle castellane che vivevano nella fortezza medievale locale.

4. ’Mpanatigghi: È uno del dolci tipici di Modica. Si narra che sono stati inventati nel XVI secolo al tempo della dominazione spagnola. Precisamente, pare che siano stati proprio gli spagnoli a crearlo dato che la parola "’Mpanatigghi" ricorda molto le parole spagnole "empanadas o empadillas". Gli ’Mpanatigghi sono biscotti dalla forma a mezzaluna, farciti con un composto a base di cioccolato, noci, mandorle, zucchero, chiodi di garofano, cannella e con un ingrediente soprendente ossia la carne di manzo.

5. Scaccia: Da sempre oggetto di contesa tra Ragusa e Modica, la scaccia risale al XVII secolo e veniva preparata di rado. Oggi si trova ovunque e con diversi condimenti anche se non devono mai mancare ingredienti come farina di grano duro, lievito, sale e olio.Si presenta come una sorta di focaccia ripiena la cui pasta viene tirata sottilmente e poi farcita e ripiegata su se stessa. Se a Modica viene farcita soprattutto con la ricotta in abbinamento di cipolla, verdure o carne o la variante al pomodoro con acciughe e prezzemolo, a Ragusa la più diffusa è quella a base di salsa di pomodoro e caciocavallo stagionato grattugiato. La paternità contesa tra Ragusa e Modica ha fatto sì che a Ragusa nel 2017 si è inaugurata la prima edizione della Festa Ra Scaccia mentre a Modica ogni anno si svolge la Sagra della Scaccia.

Sinceri: non vi è venuta voglia di provarli? Non perdete tempo: il Val di Noto vi aspetta!

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